Efficienza energetica: un settore con elevati potenziali ancora da sfruttare
L’efficienza energetica rappresenta il perno delle politiche energetiche e ambientali nazionali e internazionali, ma anche una leva fondamentale per il rilancio economico e industriale del Paese. In primo luogo, l’efficientamento energetico conduce a risparmi economici in grado di rilanciare i consumi delle famiglie e la competitività internazionale di prodotti e servizi; in secondo luogo, le elevate competenze tecnologiche dell’industria termo-elettro-meccanica italiana, ma non solo, configurano una filiera nazionale dell’efficienza energetica che potrebbe costituire un motore di rilancio dell’economia.
Il CESEF (Centro Studi sull’Economia e il Management dell’Efficienza Energetica) in collaborazione con i Partner 2014 (Enel Distribuzione, Manutencoop, ElectraItalia, Federutility, Ferrovie dello Stato Italiane, Hera, Studio Legale Radice e Cereda, Sirti, Siram, Turboden) ha recententemente concluso uno studio dal titolo “L’efficienza energetica in Italia. Proposte per competere, finanziare, regolare”, finalizzato ad orientare le decisioni di policy maker, operatori e istituzioni finanziarie.
Il quadro che emerge è quello di un settore con elevati potenziali di crescita ancora da sfruttare, anche oltre gli obiettivi fissati. Secondo le stime del CESEF il solo raggiungimento degli obiettivi di risparmio energetico vincolanti definiti dalla UE (25,8 Mtep risparmiati al 2020) genererebbe un giro d’affari di oltre 43 miliardi di euro nel periodo 2014-2020. Diversi studi stimano che gli ulteriori spazi da sfruttare oltre agli obiettivi, sono compresi tra il 27% e l’88% in termini di energia finale, a seconda dei settori considerati.
Il raggiungimento dei target tuttavia non è agevole a causa di una domanda che ha difficoltà ad esprimersi e un sostegno del sistema finanziario ancora scarso. Si pensi che su circa 25 miliardi di euro erogati ai progetti cleantech dal 2007 al 2012 solo il 2,4% era destinato all’efficienza energetica. In tale contesto i fondi europei 2014-2020 giocheranno un ruolo chiave nel finanziamento di interventi di efficienza energetica (oltre 4 miliardi destinati all’EE), ma occorre sfruttarli appieno attraverso una pianificazione efficace dei progetti.
Per quanto riguarda l’offerta, i protagonisti del settore sono oggi utility, società di servizi energetici e produttori di tecnologie. Lo studio ha individuato 9 modelli di business dell’efficienza energetica che si differenziano per dimensione dell’operatore, livello di focalizzazione sul settore, gamma di servizi offerti, grado di esternalizzazione e clientela target (figura).
Le ESCo (consulenziali e integrate) e le Società di Servizi Energetici (gestionali e consulenziali) identificano l’offerta di efficienza energetica in senso stretto, in quanto ne hanno fatto il loro core business. Tali soggetti hanno generato un fatturato complessivo pari a circa 6,5 miliardi di euro nel 2012, con una crescita del 1,4% rispetto all’anno precedente. Quello delle ESCo Consulenziali è il segmento che più è cresciuto in questi anni, tuttavia rimangono società piccole (in media 7 dipendenti) e ancora sottocapitalizzate.
Il quadro sinteticamente delineato apre interrogativi sul futuro del settore, sulla effettiva capacità di sviluppare autonomamente una attrattività di lungo periodo dal punto di vista del business e sulle modalità più opportune di intervento per una efficace azione di rilancio. Queste e altre tematiche, con un taglio fortemente propositivo, verranno affrontate nel I Workshop Annuale del CESEF “Efficienza energetica: leva per lo sviluppo del Paese. Proposte per competere, finanziare, regolare”.
Per consultare il programma aggiornato si rimanda al sito web dell’evento: LINK